Volevo scrivere un post sullo scandalo delle violenze subite per 60 anni dai bambini nelle instituzioni irlandesi ma c'e' ho trovato chi lo ha scritto meglio di me e mi permetto di condividerlo sul mio blog. A me in fondo veniva in mente solo una parola. Vergogna.
Grazie Martina.
Si chiamavano industrial schools. Un termine eufemistico, quasi innocente, per riformatorio. Erano tutte dirette da ordini religiosi. Uno, in particolare, i Christian Brothers. Un ordine religioso che in mezzo secolo si è tramutato in una congregazione di sadici pervertiti. Pedofili. Psicopatici. È cosa ben nota a chi vive in Irlanda.
In passato, sei eri "strano", se avevi dichiarate tendenze pedofile, violente, pervertite, non lo si diceva in giro. Non si cercava aiuto. No. Si entrava nell'ordine. Perché i fratelli ti avrebbero protetto. Avrebbero coperto le tue azione, i tuoi stupri, la tua violenza. Nei confronti di bambini. Ragazzini. Non ancora adolescenti.
Molti sono finiti nelle industrial schools. Bastava rubare una tavoletta di cioccolato, perché eri povero cronico e lo stato se ne strafregava della tua disperazione. Perché eri orfano ed il resto della tua famiglia faceva la fame. O semplicemente perché eri diverso, non funzionavi bene a scuola.
Le industrial schools. Gironi danteschi. Luoghi di sofferenza, di indicibili torture, fisiche, psicologiche, sessuali. Tutte perpretrate da componenti del clero. Preti, frati, suore. Protetti dal vaticano. E si dichiaravano cristiani. Cattolici.
Ma ciò non avveniva solo nei riformatori. Gli abusi e le torture in Irlanda erano comunissimi. Scuole religiose, oratori.
Fare il cherichetto era un'attività a rischio. 150.000 bambini, nella relazione ufficiale sugli abusi perpretrati dalla chiesa, stuprati e torturati, ma è solo la punta dell'iceberg. Chiunque qui in Irlanda conosce qualcuno che ha subito abusi da parte di un membro della chiesa cattolica. O ne è stato lui stesso vittima. Lei stessa, anche. Le ragazzine non erano immuni. Tutti sapevano. Lo stato, le famiglie, i dipartimenti della pubblica istruzione.
Tutti sapevano, un'inaccettabile omertà o meglio, complicità. E adesso? Adesso che tutto ciò è stato sbattuto in faccia ai media di tutto il mondo?
I Christian Brothers chiedono scusa. Le vittime hanno già manifestato chiaramente dove i cari fratelli se le possono infilare queste scuse.
Vogliono una commissione dell'ONU che apra un'inchiesta senza precedenti. Vogliono che l'ordine religioso venga chiuso. Eradicato.
Che i pervertiti vengano incarcerati e che le chiavi vengano buttate via, per sempre. Ma non avverrà.
I Christian Brothers hanno furbescamente stipulato, nel 2002, un'accordo con il governo irlandese, quello che ancora leccava i piedi alla chiesa, secondo il quale saranno i contribuenti a pagare le vittime, non la chiesa. Furbetti furbetti. Dusgustosi.
Non riesco a trovare le parole adatte a descrivere la mia rabbia. Non riesco più a fingere. Le nuove generazioni sanno, ascoltano, le news non hanno avuto pietà.
Ormai la chiesa cattolica qui in Irlanda è fallita. I miei figli sanno del mio ateismo, ma cominciano a formarsi idee autonome. Non vogliono avere niente a che fare con gli stupratori, gli omofobi, i misogeni. I preti. I frati.
Certo, qualcuno obietterà, ci sono anche persone oneste nella chiesa. Ed io rispondo con un detto inglese, too little too late.
Niente potrà mai compensare il dolore di questi bambini che sono diventati adulti psicologiamente fragili, senza sicurezza, senza legami affetivi.
Generazioni di alcolizzati. Di depressi cronici. L'Irlanda ha uno dei tassi di suicidio maschile più alti del mondo. E ci si chiede quale sia il motivo.
One in four. Così si chiama l'associazione dei sopravvissuti agli abusi sessuali in Irlanda. Si chiama così perché un bambino su quattro fu abusato, picchiato, stuprato fino a solo una ventina di anni fa. Una cifra enorme. Immaginate, se potete, solo per un momento.
Se potete, perché è inimmaginabile. Avete dieci anni. Avete rubato del pane, perché avete fame, non avete nulla, tutte le scuole vi hanno chiuso le porte in faccia perché avete i vestiti stracciati, le scarpe bucate. Vi arrestano, vi sbattono in un riformatorio.
Un luogo di silenzi, di notti buie. Terrificante, per un bambino senza legami affettivi, senza modelli a cui appoggiarsi. Il silenzio della notte è interrotto da frequenti grida. Il bambino non sa perché, non riesce a capire.
Fino al giorno in cui, inevitabilmente, capiterà anche a lui. L'iniziazione. Svegliato nel mezzo della notte dal prete di turno. Il più sadico, quello di cui hanno paura tutti.
E poi il silenzio. Il lavoro semi-schiavistico durante il giorno, attività dure di manovalanza minorile che servivano a rimpinguare le casse già staripanti di chiese e conventi. Immaginate. Immaginate questo terrore, nessuno a cui comunicarlo, nessuno nelle cui braccia rifugiarsi senza secondi fini, senza perversioni.
Immaginate questo bambino diventare adulto, senza la capacità di formare una relazione, un affetto, un legame. Senza ricordi di Natali, compleanni, mascalzonate con gli amici. Questa persona. La cui unica strada fuori dal tunnel della depressione è spesso il suicidio.
Fiera di essere atea.
Fonte: Outofreality.com