martedì 28 aprile 2009
Get up stand up.
Facendo zapping sui blog mi sono imbattuta in un post su queerblog.it in cui si discuteva su quanto sia giusto scappare dall'Italia invece di rimanere e lottare.
Copio un pezzo dell'intervista a Sciltian Gastaldi,giornalista, scrittore e blogger che ha lasciato l'Italia per il Canada dove e' docente di italiano all'Universita' di Toronto.
"Ora che guardi il tuo paese da lontano, cosa ti verrebbe da dire agli amici gay che sono rimasti?
Mi viene da dire: se volete sposarvi o adottare figli o essere riconosciuti prima di morire, andate in Spagna, se pensate che il
Canada sia troppo lontano o freddo. Sarò criticato per questo, ma i tempi sembrano compromessi per questo ciclo storico e secondo me le cose possono peggiorare, per esempio con l’approvazione di leggi discriminatorie, come quella sui Didore o la legge costituzionale che dovrebbe restringere il matrimonio alle sole coppie eterosessuali.
Questa risposta mi ha fatto pensare, proprio due domeniche fa io e la mia dolce meta' stavamo passeggiando per il centro di Dublino e il sole splendeva come solo in Irlanda e faceva quasi caldino, dopo un pranzo al sacco al parco di S. Stephen's Green attorniate da migliaia di altre persone che avevano avuto la stessa idea nostra abbiamo deciso di rinchiuderci nell'Irish Film Institute per vedere "Let the right one in" un film svedese consigliatomi da un'altro blogger, fattosta' che nell'attraversare Dame St. ci imbattiamo in una manifestazione, musica, colori...tanti colori, qualche volto conosciuto...No non era il Gay Pride ma un Rally organizzato da LGBT noise, un'associazione che si occupa di lottare per l'approvazione del Matrimonio civile per le persone dello stesso sesso.
Io ho fatto un po' la timida e premevo per rinchiudermi nel cinema ma poi arriva una bionda con un registratore e ci chiede se puo' farci qualche domanda, io dico di no e lascio parlare Eva, ci chiede cosa ne pensiamo del diritto al matrimonio e alla domanda "com'e' la situazione nei vostri paesi d'origine" mi lancio in un monologo sull'Italia bigotta, sulla fobia per il diverso e sulla mancanza totale di speranza da parte della comunita' LGBT per quanto riguarda i diritti civili.
Vedendo tutta quella gente protestare qua in Irlanda, un'isola di 4 milioni di abitanti perche' in Italia (50 milioni di abitanti) nessuno dice mai nulla???
Non possono mica fare tutti i timidi come me!!!
Durante uno degli interventi una ragazza ci ha fatto notare quanti eravamo e ci ha detto di portare al prossimo Rally (cosi' si chiamano qua i comizi) che sara' in Agosto, almeno 5 amici alloraincomincerannoad ascoltarci!
A giugno in Irlanda verra' discussa la proposta di legge per le unioni civili e in tanti dicono che sara' approvata ma agli Irlandesi puzza di discriminazione, un matrimonio di serie B per cittadini di serie B che lavorano e pagano le tasse esattamente come i nostri amici eterosessuali.
Riflettiamo.
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sabato 18 aprile 2009
Emotional Easter
Appena rientrata dopo una settimana di sole e sorrisi in Italia. Nonostante il terremoto, la crisi ed il governo Berlusconi ho trovato nel mio paese una sorta di energia positiva. Al contrario dell'Irlanda dove si prevedono catastrofi economiche e poverta' imminente in Italia la crisi non e' una novita' e la gente sembra aver rinunciato al pessimismo seppur senza smettere di lottare.
O forse era solo una pausa pasquale.
Davano pioggia, invece c'e' stato un sole pazzesco, 29 gradi e dei colori incredibili.Con me sono venuti due amici spagnoli ed Eva. Vedere il proprio paese con gli occhi di uno straniero e' diverso. Non so se siamo stati fortunati ma tutto sembrava risplendere nelle grandi citta' del NordItalia.
La primavera rendeva tutto piu' affascinante, i vicoli illuminati dal sole ed i gerani sui balconi, i palazzi d'epoca e le grandi fontane, a volte mi dimentico di tutta la storia che mi ha circondata mentre crescevo, storia che davo per scontata, a cui non davo importanza ma di cui ora vado fiera. Orgogliosa del mio paese. anche se come potrebbe fare un figlio, a volte delude o fa delle scelte sbagliate.
Ho girato per le strade del centro dando la mano alla mia compagna, senza il solito timore di incontrare qualcuno che conosco o peggio di incorrere in qualche apprezzamento offensivo tipico dell'italiano medio.
Nessuno ha detto nulla.
Sembravano tutti felici e rilassati, forse sotto l'effetto di una nuova droga, ho sentito pochissime lamentele e per la prima volta nessuno mi ha fatto le classiche domande:
Ma a Dublino piove sempre?
Ah l'inglese adesso lo parlerai benissimo!
Ma gli Irlandesi sono degli ubriaconi?
Certo che si mangia di merda in Irlanda.
E cosi' per la prima volta non ho dovuto rispondere e giustificare le mie scelte anche ai conoscenti/sconosciuti.
Al quarto giorno della nostra permanenza per un attimo ho anche pensato di tornare a vivere in Italia. Pasquetta sul lago con gli amici, profumo di carne alla griglia, birretta fresca, risate e discorsoni sul nostro futuro. Ammetto che mi mancano i discorsoni seri con le amiche di sempre. A Dublino ho incontrato tanta gente dal cuore d'oro, con la mentalita' aperta ma con poco spirito critico e autoironia. Gente con cui si puo' parlare di tutto mapoi finisce sempre che ti danno ragione e allora e' come parlare da solo oppure si finisce a parlare del niente.
Al sesto ed ultimo giorno non vedevo l'ora di tornare nella nostra reggia di 40 metri quadrati a Dublino. Pasqua era finita, il traffico e lo smog ritornavano a fare da padroni. Ai sorrisi si sono sostituiti i musi lunghi di chi insoddisfatto ritornava ad un lavoro mai voluto ma necessario, arrivava anche la pioggia, incessante e malinconica mi ricordava che non splende sempre il sole nel Bel Paese e che e' bello essere a casa ma non piu' di quanttro giorni!
Ora sono ritornata a Dublino. Oggi splende il sole e sono stata un paio d'ore a leggere un buon libro (italiano) sul tetto della nostra reggia. Il vicino francese suona la chitarra e la sua ragazza lo accompagna con il flauto, ho messo le birrette in fresca per quando torna Eva...ed ho voglia di tornare al lavoro lunedi'!
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