Facendo zapping sui blog mi sono imbattuta in un post su queerblog.it in cui si discuteva su quanto sia giusto scappare dall'Italia invece di rimanere e lottare.
Copio un pezzo dell'intervista a Sciltian Gastaldi,giornalista, scrittore e blogger che ha lasciato l'Italia per il Canada dove e' docente di italiano all'Universita' di Toronto.
"Ora che guardi il tuo paese da lontano, cosa ti verrebbe da dire agli amici gay che sono rimasti?
Mi viene da dire: se volete sposarvi o adottare figli o essere riconosciuti prima di morire, andate in Spagna, se pensate che il
Canada sia troppo lontano o freddo. Sarò criticato per questo, ma i tempi sembrano compromessi per questo ciclo storico e secondo me le cose possono peggiorare, per esempio con l’approvazione di leggi discriminatorie, come quella sui Didore o la legge costituzionale che dovrebbe restringere il matrimonio alle sole coppie eterosessuali.
Questa risposta mi ha fatto pensare, proprio due domeniche fa io e la mia dolce meta' stavamo passeggiando per il centro di Dublino e il sole splendeva come solo in Irlanda e faceva quasi caldino, dopo un pranzo al sacco al parco di S. Stephen's Green attorniate da migliaia di altre persone che avevano avuto la stessa idea nostra abbiamo deciso di rinchiuderci nell'Irish Film Institute per vedere "Let the right one in" un film svedese consigliatomi da un'altro blogger, fattosta' che nell'attraversare Dame St. ci imbattiamo in una manifestazione, musica, colori...tanti colori, qualche volto conosciuto...No non era il Gay Pride ma un Rally organizzato da LGBT noise, un'associazione che si occupa di lottare per l'approvazione del Matrimonio civile per le persone dello stesso sesso.
Io ho fatto un po' la timida e premevo per rinchiudermi nel cinema ma poi arriva una bionda con un registratore e ci chiede se puo' farci qualche domanda, io dico di no e lascio parlare Eva, ci chiede cosa ne pensiamo del diritto al matrimonio e alla domanda "com'e' la situazione nei vostri paesi d'origine" mi lancio in un monologo sull'Italia bigotta, sulla fobia per il diverso e sulla mancanza totale di speranza da parte della comunita' LGBT per quanto riguarda i diritti civili.
Vedendo tutta quella gente protestare qua in Irlanda, un'isola di 4 milioni di abitanti perche' in Italia (50 milioni di abitanti) nessuno dice mai nulla???
Non possono mica fare tutti i timidi come me!!!
Durante uno degli interventi una ragazza ci ha fatto notare quanti eravamo e ci ha detto di portare al prossimo Rally (cosi' si chiamano qua i comizi) che sara' in Agosto, almeno 5 amici alloraincomincerannoad ascoltarci!
A giugno in Irlanda verra' discussa la proposta di legge per le unioni civili e in tanti dicono che sara' approvata ma agli Irlandesi puzza di discriminazione, un matrimonio di serie B per cittadini di serie B che lavorano e pagano le tasse esattamente come i nostri amici eterosessuali.
Riflettiamo.